
LE SFIDE CHE CI ATTENDONO: AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO SOSTENIBILE
Lo scenario complesso e per alcuni versi desolante che emerge dopo l’emergenza sanitaria non deve fornire scuse per non prepararci alle sfide chi ci attendono. Le difficoltà di questa fase possono essere infatti una grande opportunità per ricominciare ad affrontare alcuni temi in modo nuovo e migliore. Questo vale anche per le politiche ambientali in connessione con le questioni relative a salute, innovazione e ricerca, temi centrali per il nostro futuro.
I Governi nazionali e quelli locali non possono più sottovalutare i cambiamenti climatici e le variazioni dello strato di ozono stratosferico e, in generale, tutti i dati che riguardano l’inquinamento.
Sono temi che impattano in modo diretto sulle nostre vite ed è necessario adottare opportune politiche di controllo e gestione per quella che è una delle emergenze della nostra epoca. In materia ambientale sono dunque necessarie una pianificazione e una programmazione attente e puntuali per prevenire, tutelare, risanare, sviluppare il territorio e la sua economia, secondo un orientamento ai bisogni del cittadino e non dimenticando mai che la vera sostenibilità passa dal creare le condizioni affinché chi fa impresa possa vedere nelle politiche ambientali una concreta possibilità di sviluppo.
Poiché questa azione di governo è oggi molto casuale e parcellizzata a seconda delle aree territoriali, urge un effettivo coordinamento dei soggetti istituzionali preposti.
La regia di un fenomeno che va considerato di scala planetaria spetta ai Governi nazionali in sintonia con l’Unione europea. Anche gli altri livelli di governo, Regioni e Comuni in particolare, dovrebbero però agire in modo concertato e condiviso e non singolarmente.
In questo senso è da valutare molto positivamente il fatto che Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto proseguano in queste settimane il lavoro in comune per la qualità dell’aria del Bacino padano.
Uno elemento interessante in merito alle questioni ambientali, che ci consente di comprenderne la complessità, deriva dall’analisi dei dati sulla mobilità. Guardano ai dati 2018 sappiamo che quella stradale dei passeggeri è la mobilità nettamente prevalente rispetto alle altre, con il 90,9%. Il trasporto su ferrovia e altri impianti fissi raggiunge il 6,5%, quello aereo il 2,2% e il trasporto per vie d’acqua lo 0,4%.
Proprio il tema del traffico è spesso considerato uno dei fattori più rilevanti per l’inquinamento.
Certamente è un ambito su cui lavorare, se però guardiamo ai dati del lockdown, questi ci dicono che con una riduzione di circa il 70% si è avuta una flessione delle emissioni degli inquinanti piuttosto limitata, dal 14% (Pm10) al 40% (Nox). Appare quindi necessario che le politiche puntino non solo ad intervenire sulla mobilità, ma anche su altri fattori quali il riscaldamento a biomasse o le emissioni provenienti da concimi e fertilizzanti impiegati in agricoltura. Sono temi ampli sui quali bisogna intervenire con lungimiranza creando le condizioni affinché i settori coinvolti possano evolvere in modo virtuoso e non essere toccati in modo passivo e in un’ottica di penalizzazione.
I diversi livelli di governo territoriale dovranno puntare sui piani della qualità dell’aria, sul risanamento delle acque dall’inquinamento e sulla tutela e conservazione dei beni naturali.
Per favorire lo sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, è compito di chi governa promuovere una cultura e un’educazione di qualità che forniscano gli strumenti e le conoscenze per partecipare alla vita sociale e per promuovere lo sviluppo sostenibile tra gli “addetti ai lavori” del comparto ambientale e tra tutta la cittadinanza.
Infine, poiché la questione ambiente è strettamente connessa ai temi della ricerca – assolutamente da finanziare e sviluppare – e della salute, merita per quanto riguarda il territorio del sud del Piemonte ribadire l’importanza che il Ministero della Salute riconosca il polo ospedaliero alessandrino come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) per le patologie ambientali. Si tratterebbe di un meritato riconoscimento delle professionalità e dell’esperienza maturata negli anni dal personale e di un rafforzamento della rete di ricerca medico-scientifica della nostra Regione che gioverebbe a tutta la comunità piemontese.