
EDUCAZIONE CIVICA, COMPETENZE, FUTURO
L’educazione civica, intesa anche come conoscenza del mondo della politica e delle istituzioni che determinano e regolano la vita stessa della democrazia e della Repubblica e come strumento per formare cittadini responsabili e attivi e promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri, è decisamente passata di moda. Non solo come materia scolastica, ma proprio come concetto.
Una decadenza che va di pari passo con quella che ormai da tempo riguarda una parte della politica.
In molte occasioni negli ultimi anni, parte del mondo politico ha infatti dato prova di scarsa autorevolezza, perdendo consenso popolare. Molte responsabilità sono di quegli esponenti politici che immaginando di potersi sempre distinguere come “nuovi” non hanno dato prova di serietà, correttezza e capacità.
Se di per sé il rinnovamento è stimolante e positivo, ciò non significa infatti che rinnovare il personale politico voglia dire sostituire la competenza con l’incompetenza e proprio l’emergenza sanitaria ha fatto comprendere che nei posti decisionali servono persone competenti.
Bisogna dunque tornare al rispetto delle istituzioni e del ruolo della politica, dare tempo e spazio ad amministratori preparati e favorire la formazione di una cultura diffusa, in particolare tra i giovani.
In tal senso, un passo utile sarà la (re)introduzione con il nuovo anno scolastico 2020-2021 dell’insegnamento a scuola dell’educazione civica.
Educazione civica intesa come presa di coscienza da parte dei giovani del mondo che li circonda, dell’ambiente, della società, dei diritti e doveri dei cittadini, del lavoro, dell’economia e del funzionamento della pubblica amministrazione e dei servizi.
Un gradito ritorno, quello dell’educazione civica, perché rappresenta un’opportunità per formare i cittadini del presente e del futuro del nostro Paese nel segno della necessaria “competenza al potere”.