
FESTIVITÀ NATALIZIE: PROPORZIONALITÀ, PRECAUZIONE, SUSSIDIARIETÀ, LIBERTÀ DI CULTO, LE NORME DEL GOVERNO PER LE FESTE CI DICONO MOLTO SULL’ABISSO CHE C’È TRA COME SI DOVREBBE GOVERNARE E COME SI GOVERNA IN REALTÀ. PURTROPPO
L’emergenza da Covid-19 è una cosa molto seria. Non bisogna sottovalutare l’impatto del Virus sulla nostra salute, il nostro sistema sanitario, l’economia, il rapporto tra le generazioni, il futuro del Paese.
La serietà di questo scenario inedito impone a chi ha ruoli di responsabilità di declinare le misure necessarie in modo comprensibile. La strada perché questo avvenga in una situazione come quella attuale non può essere quella di replicare azioni fatte nel passato, ma deve essere quella di adottare misure utili per far fronte alla pandemia richiamando le azioni concrete messe in campo a principi giuridici e di buon senso.
Tra questi principi, proporzionalità, precauzione e sussidiarietà dovrebbero essere i riferimenti principali per agire bene. Con il doppio intervento normativo sulle Festività natalizie – decreto legge e DPCM –purtroppo questi principi non sono stati considerati. E questo è un problema.
Azione che nel contenuto e nella forma si limitino a quanto necessario per il conseguimento degli obiettivi; politiche condotte in modo cautelativo per quanto riguarda le decisioni sulla gestione di questioni scientificamente controverse; nei settori che non sono di competenza esclusiva di un livello istituzionale declinazione degli interventi a livello più vicino ai cittadini. Avremmo dovuto vedere in controluce rispetto ai provvedimenti queste idee, questi principi, e invece niente.
Non sono idee nuove, anzi. Sono i principi che a livello europeo e nazionale dovrebbero guidare l’azione di chi decide e di chi governa. Purtroppo, l’Esecutivo guidato da Conte continua a dimenticarsene e con i provvedimenti emanati per il periodo Natalizio ne ha dato una prova lampante.
Inoltre, il Governo sembra essersi dimenticato ancora una volta che il territorio italiano non è fatto solo di grandi aree urbane e che anzi i piccoli Comuni e i piccoli centri abitati, spesso in zone difficili come quelle collinari e montane, rappresentano una parte predominante del Paese dove non ci si infetta di più che nelle metropoli, anzi, e dove una visita natalizia può magari avvenire in spazi più ampi e sicuri che in un monolocale di una grande città. Perché, quindi, si può circolare tranquillamente nelle città, mentre nei piccoli borghi non ci si può muovere per trasferirsi nel paesino appena confinante? Sembra proprio che l’Esecutivo brancoli nel buio e non conosca minimamente la realtà italiana e la sensibilità dei nostri concittadini, che quando chiedono di andare a messa non chiedono di andare a fare un’azione frivola, ma chiedono di vedere rispettata la propria libertà di culto. Senza battute assurde sull’orario delle messe.
Tra le incongruenze delle nuove disposizioni in vista del Natale, c’è poi la chiusura dei centri commerciali nei giorni del 25 dicembre e del primo gennaio, quando si sa che non avrebbero in ogni caso aperto i battenti in quelle date. Invece saranno chiusi nei giorni prefestivi, riducendo la possibilità di fare acquisti e favorendo la ressa delle persone alla ricerca dei doni.
E se gli alberghi di montagna resteranno aperti, chi ne usufruirà con gli spostamenti vietati da Comune a Comune? Se la trattoria aperta nelle “finestre” temporali consentite dal Governo si trova a poche centinaia di metri da dove si risiede, ma al di là dei confini comunali, chi vi andrà a pranzare?
In compenso, prima del 21 dicembre, lo spostamento tra un Comune e l’altro è consentito tranquillamente.
In tutto questo, ancora una volta, la definizione dei provvedimenti ha visto una tensione totale tra il Governo di Roma e le Regione, che, alla faccia di un altro principio, quello di leale collaborazione, sono state poco coinvolte e poco ascoltate, quando sono loro che meglio conoscono le proprie realtà territoriali e le esigenze dei cittadini. Così “salta” anche la sussidiarietà e sembra proprio si navighi a vista.
Insomma, qualcosa non quadra, il caos è l’unica certezza e le misure vengono ancora una volta adottate senza seguire dei principi che siano condivisi e comprensibili.
Sono certo che gli italiani dimostreranno nuovamente serietà e responsabilità, perché l’emergenza da Covid-19 è una cosa molto seria e non bisogna sottovalutare l’impatto del Virus sulla nostra salute, il nostro sistema sanitario, l’economia, il rapporto tra le generazioni, il futuro del Paese.
Perché il Governo, che scontenta anche la maggioranza che lo sostiene, non riesce ad essere altrettanto responsabile e credibile?