
GRANDI OPERE E SVILUPPO DEL TERRITORIO, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA. LE OPPORTUNITÀ PER IL PIEMONTE E L’INADEGUATO GOVERNO DI ROMA
Negli ultimi anni, sul territorio del Piemonte è in corso la realizzazione di alcune grandi opere di interesse nazionale legate all’adeguamento e alla nuova realizzazione di infrastrutture. Tra queste ci sono la tratta alta capacità ferroviaria Torino – Milano, i lotti I e II dell’autostrada Torino – Milano, l’autostrada Asti – Cuneo e, ultimi, ma non ultimi, la TAV Torino – Lione e il Terzo Valico dei Giovi.
In una fase congiunturale nella quale, ci dice Unioncamere, la produzione industriale piemontese è scesa del 15,3% nel secondo trimestre dell’anno e gli ordinativi nel mercato interno registrano una flessione del 16,4% e del 15,1% sull’estero, le grandi opere possono essere viste come una costante opportunità per mettere in circolo risorse preziose e per costruire le condizioni strutturali affinché imprese e territori possano correre in modo competitivo, superata la fase di sofferenza della nostra economia,.
Le grandi opere, specie quelle infrastrutturali, costituiscono dunque una doppia opportunità per le imprese e sono di certo un’occasione preziosa per i territori e il loro sviluppo a più ampio spettro. Questo non solo per l’impatto delle opere in senso stretto, ma anche per come esse incidono in modo trasversale, non da ultimo grazie a quelle che vengono chiamate opere compensative. Interventi non strettamente collegati con l’opera principale, che vengono realizzati a titolo di “compensazione” e che sono finanziati con risorse fresche che possono essere utili a contrastare gli effetti della pandemia sul tessuto economico e per dare forma a progetti di lungo periodo. Questo, naturalmente, nel più grande rispetto dell’ambiente che, proprio grazie alle risorse collegate alle opere, potrà ricavarne benefici. Si pensi alle montagne, ai territori marginali, ai piccoli Comuni che necessitano di rilancio dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo. Uno sviluppo sostenibile legato proprio alle risorse derivanti da infrastrutture indispensabili per il Piemonte che rappresenta la prima risposta possibile per risalire la china delle difficoltà economiche del 2020.
Se guardiamo alla TAV Torino – Lione e al Terzo Valico dei Giovi, parliamo potenzialmente di quasi 150 milioni di euro per le opere compensative, che possono essere investiti sui rispettivi territori. Un’opportunità per il Piemonte, che per essere declinata al meglio necessita di tre condizioni: un lavoro attento e concertato da parte delle istituzioni del territorio, una sinergia tra i diversi livelli di governo locale e regionale e un Governo romano che voglia mettere al centro dell’agenda politica la realizzazione delle opere e che sappia lavorare in modo concreto.
Nella nostra Regione possiamo lavorare, e lo si sta facendo, affinché le prime due condizioni si realizzino. Diverso invece il discorso con il Governo attualmente in carica a Roma, che sulle grandi opere continua ad avere un atteggiamento ondivago, come dimostra il fatto che nonostante i solleciti non abbia ancora nominato un Commissario per la TAV e continui a non essere chiaro sulle cifre per le stesse opere compensative, come ha fatto negli scorsi giorni per la Valle di Susa, quando ha parlato di 32 milioni disponibili a fronte di un impegno iniziale di 100 milioni.
Inutile recriminare sull’atteggiamento di un Esecutivo nato dai giochi di potere del palazzo e non scelto dagli italiani. Da piemontesi preferiamo i fatti e risponderemo a questo Governo con i fatti.
Quello che abbiamo difronte attualmente sono i 32 milioni di euro da destinare alla Valle di Susa e i 49 milioni per gli 11 Comuni coinvolti dal Terzo Valico dei Giovi. Risorse che, soprattutto per la TAV, dovranno essere incrementate dal Governo per rispettare agli accordi presi, e che potranno ulteriormente essere aumentate attraverso la necessaria sinergia tra i livelli di governo locali.
Insomma, dall’opportunità delle grandi opere può nasce l’ulteriore occasione di realizzare con le risorse “compensative” un piano di sviluppo dei territori.
Un piano di sviluppo che guardi al turismo per la Valle di Susa, ad esempio, e che sappia coniugare questa opportunità con quelle della logistica per la provincia di Alessandria, guardando allo scalo merci di Alessandria, all’interporto di Rivalta Scrivia e naturalmente il retroporto di Genova.
Idee e progetti che con una sinergia tra istituzioni saranno più facili da realizzare e che dunque non possono che stimolarci ancora a lavorare per un centrodestra vincente, che possa dare continuità alla sua storia di concretezza per il futuro del Paese.