
FONDO DI SOSTEGNO ALLE ATTIVITÀ ECONOMICHE, ARTIGIANALI E COMMERCIALI DEI COMUNI DELLE AREE INTERNE: LE RISORSE SONO SEMPRE BENVENUTE, MA IL DIFETTO STA NEL MANICO
Nelle scorse settimane, su proposta del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Provenzano, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che mette a disposizione dei Comuni selezionati le risorse del fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali istituito nell’ambito della strategia nazionale (1) per lo sviluppo delle aree interne (2) dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205 (commi da 65-ter a 65-sexies, di recenti modificati dal cosiddetto “decreto rilancio” e dalla sua legge di conversione, rispettivamente decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 elegge 17 luglio 2020, n. 77, art. 243).
Secondo il Ministero, “il provvedimento dispone l’erogazione di 210 milioni di euro [..]. Tenuto conto dell’ammontare delle risorse disponibili e della necessità di intervenire nei Comuni inclusi nella Strategia per lo Sviluppo delle Aree Interne più marginali e meno popolosi, ritenuti, come tali, maggiormente bisognosi di un sostegno all’economia locale in particolare a seguito del manifestarsi dell’epidemia COVID-19, la determinazione del contributo è stata effettuata in base ai seguenti criteri di riparto:
– per la definizione della platea dei Comuni beneficiari è stato utilizzato il criterio della perifericità e della minore dimensione demografica;
– la dimensione demografica di riferimento è stata articolata in due fasce: fino a 3000 abitanti e fino a 5000 abitanti.
La platea di riferimento è quindi composta da:
– tutti i Comuni identificati come Intermedi, Periferici e Ultra-periferici dall’Accordo di Partenariato (3) 2014-2020, fino a 3000 abitanti;
– tutti i Comuni identificati come Periferici e Ultra-periferici dall’Accordo di Partenariato 2014-2020, fino a 5000 abitanti”.
La platea di riferimento a livello nazionale dovrebbero essere 3.101 Comuni, per una popolazione complessiva di 4.171.667 abitanti.
Ogni Comune beneficerà di circa 12.000 euro per l’annualità 2020 e di circa 8.000 euro per ciascuna delle annualità 2021 e 2022.
Si tratta evidentemente di cifre molto, molto basse, che non posso cambiare le sorti delle piccole attività commerciali che presidiano con coraggio i territori più marginali, ma così diffusi, preziosi e fondamentali per il nostro Paese.
A differenza di quanto ha annunciato il Ministro, difficilmente queste risorse potranno determinare il rilancio delle aree interne. Si tratta però quantomeno di risorse che andranno
ad attività economiche importanti per le comunità più piccole e non a spesa assistenzialistica improduttiva e questo è già qualcosa.
Questa partita, che vede nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri l’ultimo anello di una lunga catena temporale e geografica, che ha a che fare con la programmazione europea e il rapporto tra Roma, Bruxelles, le Regioni e i territori, è però molto più ampia e complessa e in qualche modo il difetto rischia di stare all’origine, nel manico.
Secondo le informazioni disponibili, i Comuni piemontesi (4) che dovrebbero beneficiare di queste risorse sono 404.
Di questi Comuni, 56 sono in Provincia di Alessandria e 48 in Provincia di Asti.
Pochi? Tanti? Quelli giusti?
È una domanda che necessita di una risposta che parte da lontano e che è piuttosto complessa. Ha a che fare con i criteri con i quali questi Comuni sono stati identificati ormai più di cinque anni fa. Come è possibile comprendere facilmente da interessanti contributi teorici (5), la mappatura delle Aree Interne (6) è stata costruita sulla base di criteri (quelli con cui selezionare i centri di offerta di servizi e la scelta delle soglie di distanza per misurare il grado di perifericità delle diverse aree) che sono per loro stessa natura arbitrari e che nel caso del secondo, il grado di perifericità delle servizi, “non è indice del grado di “debolezza” delle aree identificate come interne” e, si potrebbe aggiungere guardando ai Comuni inclusi ed esclusi dal decreto, non è neppure garanzia di una capacità di scelta corretta e coerente. Chi conosce bene il territorio sa, infatti, che tra i Comuni che sono stati messi in elenco dal Ministero per l’accesso al fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali e altri che in quell’elenco non ci sono, spesso non vi sono significative differenze di perifericità.
Il quesito allora è: in base a quale ulteriore criterio i Comuni sono stati inclusi ed esclusi? E quanto su questo pesano le singole strategie regionali adottate in sede di programmazione europea?
È una domanda che possiamo e dobbiamo accompagnare ad una richiesta di chiarimenti al Ministro sui Comuni che beneficeranno delle risorse per il sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali, ma non è una domanda fine a se stessa. Non lo è in particolare perché in questi mesi è in corso il negoziato sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell’Unione europea dal quale discenderà la programmazione europea dei prossimi sette anni, che comprenderà anche una strategia sulle Aree Interne e una loro eventuale nuova mappatura.
Una mappatura che deve tenere conto dei criteri necessari e che, come ogni dettaglio di questa e di altre partite (7), non può essere lasciata al caso.
Ogni attore dovrà fare la sua parte, tanto le Camere, penso al Senato in particolare, quanto i Ministeri, le Regioni e gli enti locali.
Se così non fosse, si rischiano risultati deludenti per molti e la sicurezza che al di là delle risorse date qua e là il difetto stia sempre nel manico.
- Per un primo inquadramento della Strategia Nazionale per le Aree Interne : https://www.agenziacoesione.gov.it/lacoesione/le-politiche-di-coesione-in-italia-2014-2020/strategie-delle-politiche-di-coesione/strategia-nazionale-per-le-aree-interne/
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Per un primo inquadramento generalista sulle Aree Interne : https://www.openpolis.it/parole/che-cosa-sono-le-aree-interne/
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Per un primo inquadramento sugli Accordi di Partenariato: https://www.agenziacoesione.gov.it/lacoesione/accordo-di-partenariato/
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Per un primo inquadramento di sintesi sul tema delle Aree Interne in Piemonte: http://ires.piemonte.it/images/news/seminari/16.06.2015_Aimone-Aree-InterneSettimana-della-ricerca.pdf
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Si veda in particolare: Carlucci, Lucatelli; “La strategia aree interne 2014-2020: dati e indicatori pertinenti” https://www.istat.it/it/files//2016/08/ebook-politiche-di-sviluppo.pdf
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Carlucci, Lucatelli; “La strategia aree interne 2014-2020: dati e indicatori pertinenti”
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Penso, ad esempio, al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione di cui alla proposta COM (18) 372 def.