
COVID, IL GOVERNO TENTENNA E IL SISTEMA ECONOMICO RISCHIA IL CROLLO
DARE CERTEZZE A CHI MANDA AVANTI IL PAESE E BASTA PENSARE A GARANTIRSI LA POLTRONA
È evidente che il Governo non ha le idee molto chiare sulla gestione dell’emergenza sanitaria ed economica. Evitiamo i commenti sul caos delle date dell’entrata in vigore delle nuove misure restrittive anti-covid che ha creato enorme disagio e disorientamento alle categorie produttive.
Non possiamo però non sottolineare un altro elemento che indica come l’Esecutivo stia navigando a vista usando lo scudo della tecnica e della presunta oggettività per giustificare l’incapacità di ascoltare e decidere in modo concreto e di prospettiva: perché Regioni come il Piemonte sono finite in zona rossa, mentre altre come la Campania e il Lazio, con situazioni sanitarie gravi, invece no? Qui non è in discussione l’opportunità di decidere, ma il fatto di farlo con razionalità, rigore e in modo concertato e comprensibile.
Molti hanno fatto notare che tali scelte sono state fatte sulla base di dati vecchi di una decina di giorni e senza considerare la veridicità delle informazioni fornite; rischiando così di penalizzare dal punto di vista economico chi ha fornito report corretti dal fronte sanitario. Su questo ci vuole un cambio di passo.
Il Governo poi brancola nel buio e tarda ad assumere provvedimenti concreti per le realtà produttive danneggiate. Sono tristemente note le lentezze nell’elargire le risorse previste dai provvedimenti relativi al primo lockdown. Molti stanno ancora aspettando la cassa integrazione di maggio e a fronte di questo il Governo dovrebbe adottare un nuovo decreto “ristori” che però ha già risorse limitate e troppe categorie colpite dagli stop, ma escluse dal provvedimento.
Questo, mentre i nostri esercizi commerciali e molte altre attività economiche dovranno sopravvivere alla chiusura imposta dal nuovo dpcm, in particolare nelle zone rosse come il Piemonte. Così, i colossi internazionali della vendita online moltiplicano il loro fatturato a spese delle nostre imprese e la maggioranza sta a guardare.
Non una parola sul posticipo delle scadenza fiscali di novembre o ancor meglio su un’esenzione totale per le categorie più danneggiate, nessuna certezza sulla scarsa liquidità a fondo perduto per le attività chiuse e nessuna previsione di sostegno ai consumi che si potrebbe ottenere prevedendo che gli acquisti di dicembre, che per molte attività “salvano l’anno”, contribuiscano ad abbattere la base imponibile per il calcolo delle imposte o siano detraibili dalle tasse al 30%.
Il Presidente Conte si impegni su questi punti e faccia in modo che vi siano stanziamenti adeguati e tempi certi di erogazione, prima che sia troppo tardi.
Le nostre imprese, chi manda avanti il Paese, non possono più attendere, hanno già sofferto troppo. Allora meno vertici di capidelegazione a Palazzo Chigi per garantirsi la poltrona fino al 2023 e più lavoro per gli italiani.